TORRE E RUDERI DELLA MASSERIA “SPINA” O “D’OSPINA”
La torre costituisce l’elemento meglio conservato e di maggior spicco dell’intero complesso architettonico.
La costruzione, per caratteristiche morfologiche, rientra nel tipo di torri con scala esterna in muratura munite di ponte levatoio (genere anch’esso ispirato, ovviamente, alle costruzioni militari di difesa costiera e di avvistamento sorte durante il Cinquecento nel Viceregno) di cui esistono numerosi altri esempi in Salento. Realizzata in conci regolari di carparo, la torre ha pianta quadrata e si articola in due piani fuori terra originariamente collegati tra loro da una botola interna praticata nella volta a botte del locale a piano terra. Sul paramento murario esterno uno spesso cornicione a toro segna la divisione tra i due piani.
L’edificio, dotato al piano superiore di una apertura per ogni lato, è concluso da un coronamento sporgente su beccatelli munito di caditoie poste in corrispondenza delle sottostanti aperture. Sul lato Est, a piano terra, è posto il primitivo ingresso alla costruzione.
La scala esterna in muratura, addossata al lato meridionale, fu realizzata in epoca successiva evidentemente perché l’originario sistema di comunicazione tra i due piani della torre, basato sulla botola e su una scala in legno amovibile, comportava particolari disagi per gli abitanti dell’edificio. All’atto di questa modifica, tra la scala e la torre venne ricavato un locale voltato a botte utilizzato come ricovero per gli ovini. Questo vano è oggi in cattive condizioni conservative mentre in uno stato migliore si presentano le altre strutture di servizio della masseria, dislocate subito a nord-est della torre e consistenti in un forno e in un grande corpo di fabbrica a pianta rettangolare, in muratura, in un solo piano fuori terra, voltato a botte, adibito a stalla e, probabilmente, a deposito. Il complesso della masseria era dotato, poi, di aree libere di pertinenza, racchiuse in un recinto quadrangolare di pietre a secco, ancor oggi ben individuabile. La parte ad Ovest della torre era occupata da un giardino o da un orto, la rimanente superficie era destinata a cortile per gli ovini ed è, infatti, caratterizzata dalla roccia affiorante che permetteva agli animali di sdraiarsi su superfici asciutte. La datazione del complesso, per ragioni di stile e di tecnica costruttiva, è da fissare alla prima metà del XVI secolo, è da ricordare, peraltro, che, nel catasto onciario di Gallipoli del 1751, la masseria è riportata tra i beni di un tale Francesco Antonio Veneri.
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