La Torre di Torre Suda

La torre di Torre Suda

Scheda di dettaglio

LA TORRE di TORRE SUDA

        Un formidabile ed imponente sistema di fortificazione

     La tormentata storia del Salento, segnata da secoli di guerre, lotte intestine, invasioni e dominazioni straniere, è riflessa da ciò che resta del suo complesso sistema difensivo, come le nostre torri costiere, i castelli, le masserie e le chiese che sono state dotate, nelle varie epoche, di elementi architettonici di difesa. Tra il XV ed il XVI sec. si registravano, infatti, numerose incursioni da parte di cruenti pirati saraceni che, sbarcati lungo le nostre coste, seminavano panico e razziavano ogni bene delle nostre comunità. Per garantire una maggiore vigilanza a tutela delle merci e delle persone, fu concepito, quindi, dai viceré spagnoli, un organico progetto volto a potenziare le difese del nostro territorio. Poiché Torre Suda era parte integrante di tale articolato sistema difensivo, contribuì certamente ad assicurare un maggiore livello di controllo della costa e, quindi, di sicurezza per l’entroterra.

Sebbene il periodo di edificazione della nostra torre risulti incerto, essa figura nell’elenco ufficiale del Regno di Napoli datato 1613. Il corpo di fabbrica, della nostra inquieta vedetta, risulta composto da diversi elementi architettonici funzionali a contrastare il deleterio impatto delle più evolute armi da fuoco. Il basamento di forma troncoconica, con diametro di 11 m, ospita una cisterna per l’approvvigionamento dell’acqua piovana che garantiva, in caso di assedio, la necessaria autonomia agli uomini asserragliati al suo interno. Il secondo ordine a forma cilindrica è stato corredato di elementi strutturali tipici dell’architettura militare. Si tratta di tre feritoie disposte secondo un orientamento strategico dalle quali si poteva rispondere in sicurezza alle varie aggressioni. La divisione dei due moduli, poi, viene sottolineata dal toro marcapiano (dal latino: torus, cordone, fune), cioè quella modanatura di forma convessa, a profilo circolare, che corre lungo tutto il perimetro della costruzione. Il coronamento è caratterizzato dalla presenza di vari elementi: una caditoia, che oggi per i vari rimaneggiamenti subiti nel corso dei secoli, non sembra difendere nessun accesso alla Torre, da beccatelli, usati per sostenere parti sporgenti di un edificio e da un pettorale, un muretto che corre sulla sommità della torre. La scala esterna costituita da 29 scalini è agganciata al corpo mediano dal quale, attraverso l’unico ingresso più volte rimaneggiato, si accede al suo interno: un vano ottagonale che presenta delle nicchie ricavate nello spessa muraglia. Un angusto ambiente, poi, ospita la scaletta che conduce in cima alla costruzione.

Oggi la destinazione d’uso di questa robusta fortezza è fortunatamente cambiato. Nel modesto locale del piano superiore, infatti, attualmente, si ospitano mostre ed eventi di ogni genere che richiamano l’attenzione di numerosi visitatori. Da luogo di osservazione, di controllo e di difesa, tale bene è divenuto simbolo di ospitalità, di ricchezza umana e di irradiazione di bellezza. Un tempo, da qui, il nemico veniva respinto verso lidi lontani. Ora, invece, le porte aperte della nostra maestosa torre tendono ad abbracciare, senza trepidazione, quanti varcano la sua soglia senza un pur minimo timore legato alle diversità. Infatti, pur vivendo attualmente, in un clima di particolare tensione, la nostra comunità manifesta la sua millenaria esperienza maturata e consolidata non solo nella capacità di difendersi ma anche in quella di accogliere. È così che i severi monumenti del passato, testimoni di dispute, contese e di contrapposizioni sociali, diventano, oggi luoghi di pace, di aggregazione e di ammonimento perché nessuno dimentichi il valore della condivisione.

  • GPS   -  Lat: 39.94986736       -          Long: 18.0318266
  • Fonte: Pubblicazione Opuscolo Festa Patronale B.V.M. Maris Stella – Scheda: Da inquieto luogo di allerta a simbolo fecondo di ospitalità… Torre Suda… a cura di Antonio Caroppo e Stefano Casto - anno 2017;
  • Elaborazione dati: Studio di Consulenza Archeologica ed Ambientale, Racale

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