PARROCCHIA B.V. MARIA ADDOLORATA
Agli inizi del 1600 il popolo volle e costruì questa chiesa appena fuori dai sobborghi dell’antica Terra, nella località denominata “Li curti de lo Leo”. Qui esisteva una masseria antichissima, che nei tempi andati aveva anche svolto un ruolo di avamposto difensivo contro le scorribande piratesche che giungevano dalle coste joniche. Non di rado i pirati riuscivano a vincere la resistenza di questa gente, o a prenderla di sorpresa, e a depredare viveri, bestiame, fanciulli e fanciulle. La Vergine Maria diventava in quel luogo il segno della speranza e l’ancora di salvezza. La chiesa non era molto grande, ma aveva un tetto in conci di tufo, con ampia cupola sovrastante l’altare. Annessa alla chiesa vi era una piccola abitazione in cui prendeva posto un eremita il quale si consacrava alla Vergine e si prendeva cura della sorveglianza e della pulizia della chiesa stessa. Nel 1621 il pittore Napoletano Salvatore Pinto affrescò sull’altare un’immagine della Madonna delle Grazie, che il Vescovo di Nardò Mons. Girolamo De Franchis giudicò brutta e difforme e fece coprire con pittura in latte di calce. Da allora la chiesa rimase abbandonata, tanto che nei decenni successivi crollò. I fatti ritenuti miracolosi, di cui abbiamo trattato nella descrizione della chiesa della Madonna delle Grazie, e che si verificarono nel 1653 in concomitanza con la comparsa e la successiva scomparsa dell’immagine della Vergine dovettero contribuire non poco al desiderio della gente di ricostruire il tempio e di adibirlo al culto. Nel 1721, non più sufficiente alle esigenze del momento, la chiesa fu ampliata in modo splendido, come testimonia Mons. A. Sanfelice, Vescovo di Nardò durante la sua visita pastorale. Il terremoto del 20 febbraio 1743 provocò solo il distacco degli intonaci rinnovati nel 1745. Dagli inizi del 1800 il culto della Madonna delle Grazie cominciò a scemare, anche se non cessò mai del tutto. Sotto l’impulso di una rinnovata sensibilità per il culto dei Misteri della passione di Cristo e soprattutto per devozione alla Madonna ora invocata col titolo di Addolorata, nel 1854 venne fondata presso tale chiesa la Confraternita di Maria SS. Addolorata, in cui conversero tutti i gentiluomini, benestanti ed artigiani del paese. Di lì a qualche anno iniziarono imponenti lavori di ampliamento della chiesa, che fu costruita in tre navate e abbellita con fregi in pietra leccese. Il rustico venne completato nel 1897: la chiesa rinnovata fu ribattezzata col titolo di “Addolorata” ed eretta dal Vescovo Giuseppe Ricciardi a succursale della chiesa parrocchiale, divenuta insufficiente e fatiscente. Nel 1907 mancava ad essa ancora il pavimento; ma qualche anno dopo tutti i lavori erano già ultimati. Il 29 ottobre del 1961 il Vescovo Mons. Corrado Ursi la elevò a chiesa parrocchiale sotto il titolo della B.V. Addolorata, dividendo in due l’accresciuta ed antica parrocchia matrice di San Giorgio. La Chiesa presenta una pianta a croce latina, con navatelle laterali nelle quali si possono ammirare eleganti altari in pietra leccese arricchiti da fregi barocchi scolpiti a mano. Di particolare interesse l’altare dedicato alla Vergine SS. Addolorata, fatto costruire nel 1875 con alla base l’iscrizione “Stabat”. Gli altri altari, sempre in pietra leccese, sono quelli dedicati al SS. Crocifisso (oggi altare del S. Cuore), l’altare di S. Antonio (del SS. Sacramento) e quello più recente di S. Luigi. Presenta un abside poligonale ed un presbiterio che dal 2017 ospita le quattro statue in pietra di San Francesco di Paola, di San Francesco d’Assisi, di Sant’Antonio da Padova e di San Domenico di Guzman tutte del XVII sec. Tali statue hanno arricchito il prospetto della chiesa fino al 2007 quando, poi, furono rimosse per un intervento di restauro completato nel 2008 e realizzato dalla Provincia di Lecce a cura di Maria Francesca Coppola nell’ambito del progetto “La Provincia restaura”. Dopo il restauro le statue furono collocate a terra nella navatella di sinistra fino al 2017. La nuova area presbiterale oltre ad essere arricchita dalle opere summenzionate, presenta al centro la statua della Madonna delle Grazie quale richiamo alla originaria venerazione come precedentemente descritto. Il transetto, poi, è sormontato da una stupenda cupola che con le sue finestre circolari irradia sull’altare una luce meravigliosa. Nella concezione orientale del Tempio la cupola rappresenta il Paradiso.
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